Avevamo già ospitato Laura con la sua storia di un lui che segue lei, questa volta invece è Stella che si racconta in questa nuova, e bellissima per noi, corrente dove è una lei che parte per prima e con un lavoro e un lui che la segue per costruire insieme una vita all’estero.
E se quando a trasferirsi é lei e non lui, cosa accade?
Vi racconto la mia personalissima esperienza. Sei anni fa mentre vivevo nella difficile Milano (son pugliese, Milano per me è stata difficile) la mia azienda mi propone non troppe vie d’uscita se non la mobilità o il trasferimento in Baviera.
Bene, tutto avrei valutato tranne la Germania: non conoscevo la lingua e tutto mi sembrava complesso, ma in effetti eravamo, io ed il mio compagno, alla ricerca di un cambiamento.
Dopo aver visitato in un weekend la bella Monaco di Baviera, senza troppi se, ho deciso di provarci. Ero giovane ai tempi, solo 28 anni, avevo voglia di un’esperienza all’estero.
Mi ci son trasferita nel più comodo dei modi, con una relocation manager che si è occupata di documenti e tutto quello che serviva per lavorare in Germania, con tre mesi di affitto/ albergo pagati ed una docente di Tedesco a mia disposizione. Tutto sembrava un gioco, una vacanza.
Ma le storie a distanza sono dure. Allora, dopo pochi mesi con il mio compagno, in un MC Donald di Berlino, decidiamo di buttar giú su uno dei loro tovaglioni cartavetrati i pro e i contro di “Vivere a Milano” e “Vivere a München”. Vince nettamente Milano, ma il peso dei pro di Monaco di Baviera era maggiore.
Quindi il mio compagno si dimette e 9 mesi dopo il mio arrivo, la Baviera dà il benvenuto a lui con -22 gradi nel freddo gennaio del 2012.
Quindi la usuale situazione lui trasferito per lavoro e lei lo segue, nel nostro caso è ribaltata.
Arrivato ha cominciato a studiare Tedesco full time e a cercar lavoro.
Ad oggi il suo Tedesco è ottimo, io zoppico parecchio perché ovviamente non ho mai avuto tempo per impararlo bene e tutto il giorno parlo inglese.
Nel frattempo ci siamo sposati, avuto una bambina ed acquistato casa.
Una fiaba? No, assolutamente. Le difficoltà sono state e sono tante. Forse come molte mogli che seguono il coniuge, anche lui si è chiesto tante volte: ma perché? E poi anche se i bavaresi definiscono la propria città “La città italiana più a Nord”, di italiano ha ben poco. La cultura è ardentemente locale, i negozi italiani sin troppi e non ti manca nulla, ma finisce qui. Burocrazia, sistema scolastico, lavorativo, sanitario, tutto completamente diverso.
Io ormai l’adoro, ma io ho il mio lavoro ed è sempre quello, sempre lì, i miei spazi e le mie routine.
Chiudo con una domanda, una mia curiosità: ma chi si muove per seguire l’altra metà, come vive nel tempo questa decisione?
Stella, Monaco.
Ciao, la morale credo sia sempre quella: “Endet gut, alles gut! ”
Io e mio marito (tedesco) ci siamo conosciuti in UK 17 anni fa. il patto allora era che entrambi avremmo cercato un’opzione per avvicinarsi e ci saremmo fatti guidare dal destino. Nel giro di 1 mese mi piove dal cielo l’offerta di una borsa di studio per andare a Mannheim e l’ho presa al volo. Eravamo ancora a 400Km di distanza, ma sempre meglio di 1000.
Negli anni ci siamo spostati qua e lá secondo le esigenze: io ho lavorato 2 anni a Zurigo e lui ha cercato lavoro in zona. Purtroppo il lavoro per lui era sempre in Germania cosí sono reintrata io. Alcuni anni fa lui ha avuto un’offerta per un progetto in UK ed io ho approfittato della maternitá per seguirlo. Ora siamo a Monaco da 4 anni per il mio lavoro.
In tutti questi anni, passate le prime difficoltá con la lingua e la cultura locale, non mi sono mai pentita della mia scelta. Anzi. se guardo il mercato del lavoro italiano sono proprio felice di come sono andate le cose!
Un saluto
Evviva la parita’ fra i generi. Si trasferisce chi sa, puo’ o deve farlo; lo segue chi sa, puo’ o deve farlo, maschietto o femminuccia che sia.